La riproduzione in scala reale di tre palafitte ti permetterà di conoscere la vita quotidiana di un villaggio preistorico.
Abitazioni e utensili sono realizzati con le stesse materie prime disponibili al tempo e inseriti in un contesto naturalistico suggestivo.
Un’esperienza interattiva adatta a tutte le età e che coinvolge tutti i sensi.
La costruzione del villaggio palafitticolo è stata possibile grazie ad un grande lavoro di raccolta di informazioni provenienti da fonti archeologiche e antropologiche: il sito archeologico di Colmaggiore di Tarzo, altri siti palafitticoli coevi dell'Arco Alpino e confronti etnografici con popolazioni che usano ancora tecnologie simili.
Nella costruzione sono stati impiegati per la maggior parte materiali compatibili con l’ambiente e con i ritrovamenti archeologici dell’area, come legno di castagno, di quercia, di nocciolo e di corniolo, mentre per le strutture portanti destinate a rimanere immerse nell'acqua è stato preferito il larice per la sua resistenza e durata, anche se non presente in queste zone. Per i tetti e i tamponamenti sono state scelte le canne palustri; i muri sono infine stati rivestiti con un intonaco ottenuto mescolando argilla, paglia e sabbia, garantendo così protezione e isolamento termico.
Il Parco Archeologico Didattico del Livelet è stato progettato per valorizzare la scoperta del vicino sito di Colmaggiore, un'area interessata da importanti ritrovamenti archeologici che si trova nell'istmo fra il lago di Lago e il lago di Santa Maria. Si tratta del più importante insediamento preistorico di tipo umido noto nel Veneto Orientale.
I primi ritrovamenti archeologici nell'area dei laghi risalgono agli anni Venti, durante lo scavo di un canale di collegamento tra i due bacini lacustri. Nel 1987, a seguito di alcuni lavori di estrazione di torba, furono segnalati resti di strutture abitative e manufatti in selce, osso e ceramica. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto promosse una prima campagna di sondaggi nel 1989, seguita da due campagne di scavo nel 1992 e nel 1997 in quello che è stato chiamato sito archeologico di Colmaggiore di Tarzo
Gli scavi sono ripresi nel 2020 con alcune campagne dell'Università di Ferrara per il progetto ReLacus, prima con una serie di sondaggi e poi con uno scavo più mirato, in quello che è stato chiamato sito palafitticolo ai laghi di San Giorgio e Santa Maria.
Il ritrovamento di manufatti in selce, in pietra verde, in ceramica, in metallo e i resti di altre attività artigianali hanno permesso di ricostruire la vita quotidiana degli abitanti delle palafitte. Resti di palificazioni verticali, frammenti lignei combusti, tavolati e massicciate sono stati interpretati come fondamenta di palafitte e tracce di bonifica. Il ritrovamento di ossa di animali, semi e altri resti vegetali ha permesso di ipotizzare l'alimentazione e le strategie di sussistenza del villaggio, oltre a fornire importanti informazioni sull’ambiente circostante.
Sulla base delle ceramiche le prime fasi di insediamento del sito di Colmaggiore vanno fatte risalire al Tardo Neolitico, con successive occupazioni nell’Età del Rame e all'inizio dell’Età del Bronzo, un periodo compreso fra la fine del IV e gli inizi del II millennio a.C. (circa fra il 4000 e il 1500 a.C, quindi fra 6000 e 3500 anni fa). Il ritrovamento di due spade di bronzo di tipo Sauerbrunn databili alla media Età del Bronzo e di un pugnale di tipo Peschiera riferibile al Bronzo Recente fanno inoltre pensare ad una frequentazione del luogo anche in momenti successivi all'abbandono del villaggio palafitticolo.
I reperti provenienti dal sito palafitticolo ai laghi di San Giorgio e Santa Maria sono in corso di studio e di datazione.
ARNOSTI G. e LONGO G., 1988, Il villaggio palafitticolo di Colmaggiore, Tarzo (TV) ai laghi di Revine, Quaderni del Gruppo Archeologico del Cenedese, Vittorio Veneto, 64 pp.
BIANCHIN CITTON E., 1992, Il sito umido di Colmaggiore di Tarzo, in Atti della XXIX Riunione Scientifica dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Trieste, pp. 201-217.
BIANCHIN CITTON E., 1994, Il sito umido di Colmaggiore di Tarzo (TV): tutela di valorizzazione, in Il Flaminio (6), Vittorio Veneto, pp. 28-38.